Lean Production il vero cambiamento
di

| ,
| 2016 | Investo News | News
| Aprile 2016 | 3693 Visite | con Commenti disabilitati su Lean Production il vero cambiamento

La lean production è stata inventata da Toyota. Con ottimi risultati ma in Italia non è diventata una pratica condivisa da tutti. Si è anche trasformata, ampliandosi a settori non semplicemente produttivi. Ma resta, per molti, un oggetto misterioso. Così Gls, il corriere espresso, ha deciso di far conoscere la lean ad un gruppo di imprenditori, ospitati nella rinnovata sede dell’Aurora, l’azienda torinese che produce “capolavori di scrittura”. Gls ed Aurora, un’azienda di servizi ed una con un’attività di produzione tradizionale. Entrambe hanno scelto la lean, entrambe hanno ottenuto ottimi risultati.

In pratica – ha spiegato il professor Furlan dell’Università di Padova e consulente Cuoa – la lean permette di migliorare la qualità ed il servizio, riducendo i costi. Per raggiungere il risultato si interviene, innanzi tutto, sugli sprechi. Che sono legati alla sovrapproduzione, ai difetti, alle scorte inutili, alle attese, ai processi inutili, al trasporto. Persino ai movimenti inutili dei lavoratori.

Solo teoria? No, anche pratica. I risultati illustrati da Furlan non lasciano dubbi: riduzione dei costi di produzione dal 25 al 50%; riduzione dei difetti dal 25 al 90%; riduzione del tempo di consegna dal 40 al 60%; riduzione delle scorte del 30%; riduzione dello spazio dal 30 al 60%. Poi, però, il confronto tra i risultati ottenuti all’estero e quelli delle aziende italiane non sono confortanti. Le aziende straniere credono nella lean e continuano ad applicarla anche dopo i primi risultati positivi, assicurandosi un miglioramento continuo. In Italia troppe aziende registrano il risultato positivo e si fermano, rinunciano ad ulteriori miglioramenti.

Eppure non servono investimenti consistenti. Serve, al contrario, un cambio di mentalità. Sia nella gestione dei dipendenti sia nell’approccio alla produzione ed al lavoro. Invece di pensare a battere il concorrente, bisogna puntare ad essere unici, diversi da ogni concorrente.  Invece di imporre il proprio ruolo e la propria autorità ai collaboratori, occorre motivare il gruppo puntando sul proprio carisma e sulla sfida intellettuale. Creando una leadership diffusa al posto dell’uomo solo al comando. Ma su questo cambiamento culturale, l’Italia frena. Come l’economia italiana.

Condividere questo articolo:

Commenti chiusi