EASYREADING ARRIVA ANCHE AL POLO DEL ‘900
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| Luglio 2018 | 2126 Visite | con Commenti disabilitati su EASYREADING ARRIVA ANCHE AL POLO DEL ‘900

Il Polo del ‘900, il centro culturale che ha sede presso i Quartieri Militari Juvarriani di Torino (Palazzo San Celso e Palazzo San Daniele), un luogo in cui i contenuti culturali non sono vissuti in logica di conservazione ma vengono valorizzati attraverso la pratica dell’accessibilità si è rifatto il look, si è aperto alla sperimentazione di soluzioni accessibili, e ha scelto il font dyslexia free EasyReading sia per la versione ad alta accessibilità del sito, sia per le comunicazioni cartacee che ne promuovono l’attività.

EasyReading è un font ibrido – dal disegno essenziale – perché presenta contemporaneamente lettere con grazie (serif) e lettere senza grazie (sans-serif). Lo specifico design delle lettere con grazie dedicate, utili a prevenire lo scambio percettivo tra lettere simili per forma, ha permesso di determinare ampi spazi calibrati che contrastano l’effetto affollamento percettivo (crowding effect) dando così maggior respiro alla lettura. È composto da 811 glifi (lettere, numeri, accenti, simboli, punteggiatura). Supporta tutte le lingue che usano l’alfabeto latino ed è stato concepito per aiutare chi è dislessico a leggere con minori difficoltà e più velocemente.

Federico Alfonsetti, designer EasyReading

Entusiasta il designer torinese Federico Alfonsetti: con un passato nel mondo dell’editoria e un’ammirazione sconfinata per Bruno Munari: «Una bella notizia, un passo avanti importante soprattutto perché mai come nell’ultimo periodo la realtà culturale torinese, legata al mondo dell’informazione, al sociale, allo spettacolo ha scoperto il nostro font, ha scoperto EasyReading e ha deciso di adottarlo. Basti pensare al Teatro Regio di Torino, alla Reggia di Venaria, alla Onlus Casa Oz. Eravamo sul mercato da tanto tempo e la rete di diffusione all’estero e nel resto dell’Italia funzionava benissimo ma qui a Torino, in Piemonte, faticavamo a far capire l’importanza e la bellezza del nostro font, di un progetto che seppur commerciale nasceva con qualcosa di più radicato e forte nel suo dna, oltre ad avere dalla sua anche una ricerca scientifica a riprova del suo valore. Vuole essere utile e fare del bene. In quanti oggi riescono a porsi, realmente, questi obiettivi? Finalmente anche la realtà in cui viviamo, Torino, ha scoperto il reale valore dell’alta leggibilità, orientandosi verso una comunicazione visiva e accessibile a tutti».

 

Abbiamo intervistato in merito il direttore del Polo del ‘900, Alessandro Bollo.

Alessandro, cosa accade all’interno del Polo del ‘900?

«È un centro culturale polifunzionale in cui accadono cose diverse, un luogo che offre dei servizi, in forma integrata, che non troveresti altrove. Un museo, uno spazio espositivo, 19 enti, istituzioni culturali che sono nostri ospiti, che operano e realizzano progetti, 9 km di archivi, di libri. Uno spazio ad uso della cittadinanza, aperto 365 giorni all’anno, dalle 9.00 del mattino alle 21.00, completamente gratuito e pensato per dare ai cittadini la possibilità di leggere, di studiare, di approfondire temi del ‘900 legati all’oggi. Si parla di lavoro, di Europa, di emancipazione, di migrazioni. Uno spazio che mancava, un unicum a livello nazionale e del quale troviamo degli esempi simili solo in Europa».

È in carica da un anno. Stiliamo un bilancio?

«Sono in carica da maggio del 2017, il primo anno di apertura non c’era un direttore, abbiamo dovuto attendere il riconoscimento giuridico per procedere. Ho costruito un gruppo di lavoro, siamo in 15 ora e sarò in carica per tre anni con la possibilità di prolungare la nomina di altri tre anni, poi stop, poi si deve cambiare. Il bilancio non può che essere positivo, abbiamo fatto tantissime cose se considerate che partivamo da 0, da una struttura che non c’era, come non c’era neppure un dipendente. Ora c’è un gruppo di lavoro, giovane, con una media d’età di 30/40 anni che oltre alla passione ha una forte competenza. Parliamo di marketing, di audience da raggiungere, di integrazione da attuare dal punto di vista dei patrimoni che nel tempo si sono fatti digitali. Abbiamo dato via a 9centRo, la piattaforma che raccoglie il patrimonio culturale degli enti partner del Polo del ‘900».

La crescita civica e culturale della cittadinanza come si promuove?

«È la sfida numero uno che ha portato proprio alla creazione di uno spazio come il nostro. Nelle nuove generazioni occorre “abilitare” dei contesti di crescita attiva e consapevole, spazi in cui alla cittadinanza sono dati gli strumenti necessari per leggere anche la scena politica del paese di oggi. La gente deve abituarsi alla complessità, non può ne deve fermarsi alle prime impressioni, i ragazzi, i nativi digitali devono imparare a verificare le fonti e ci sono dei laboratori all’interno del nostro Polo in cui ai giovani è spiegato come muoversi in rete senza correre dei rischi, senza cadere in stupidi tranelli. Si affrontano concetti come la tolleranza e la diversità, la base del vivere civile, sviluppando e lavorando sulla memoria e ricordando a coloro che lo dimenticano con troppa facilità che la società e i diritti che ci vengono riconosciuti oggi sono stati il frutto delle scelte e dei sacrifici di qualcuno che è venuto prima di noi».

Come avete scoperto EasyReading e scelto di utilizzarlo per tutta la vostra comunicazione?

«Eravamo alla ricerca di dispositivi che garantissero la massima accessibilità ai nostri contenuti, a quello che avevamo da dire in pratica, ecco perché tanta attenzione al tema dell’inclusione. Intenti che non devono essere solo dichiarati ma soprattutto devono essere percepiti nel concreto e realizzati con i giusti strumenti. Abbiamo scoperto il lavoro di ricerca fatto intorno a EasyReading, un lavoro che ne attestava nel profondo la sua utilità e dopo aver visto la resa grafica ci siamo convinti che quello sarebbe stato il nostro font. Lo considero un vero e proprio arricchimento. In passato abbiamo lavoro alla progettazioni di contenuti per categorie speciali di persone ma mai come in questo caso ci siamo accorti che da una nostra scelta, legata alla comunicazione, alla visibilità dei caratteri, alla segnaletica stessa, ne avrebbero tratto beneficio tutti non solo chi è dislessico».

Quanto credete nel digitale?

«Tantissimo. Il rinnovamento del sito ha portato ad un investimento importante in tale direzione. Sito che è stato radicalmente ripensato dopo due anni anche e soprattutto grazie alla Betwyll che coordinale le nostre strategie e ogni soluzione tecnologica che andremo a fare. I social? Sono molto importanti, soprattutto facebook e instragram, se vogliamo parlare ai giovani ma lavoreremo maggiormente anche con youtube. Rendono accessibili i contenuti al mondo intero. Cosa chiedere di più?».

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