Women & Wealth: Il coraggio di contare.
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| 2021 | News
| Ottobre 2021 | 2969 Visite | con Commenti disabilitati su Women & Wealth: Il coraggio di contare.

C’è bisogno di alfabetizzare l’Italia dal punto di vista finanziario e della gestione patrimoniale. Per quanto l’Italia sia un Paese di grandi risparmiatori, rimane comunque tra le ultime in classifica nella gestione del Patrimonio e degli investimenti.  Durante la serata Women & Wealth: Il coraggio di contare, tenutasi al Museo del Risparmio organizzata da Raffaella Valeri e Carla Triacca di Banca Widiba, si è evidenziata una fotografia del Bel Paese alquanto disastrosa: gli italiani e, soprattutto le donne, sanno poco di economia e finanza.  Se inoltre si apre l’indagine condotta dalla Banca d’Italia già all’inizio del 2020 sul livello di alfabetizzazione finanziaria degli italiani adulti si conferma l’esistenza, nel nostro Paese più che in altri, di un significativo divario di genere.

Museo del Risparmio

Gli uomini dichiarano redditi più alti, maggiori interesse e conoscenza dei temi economici, più capacità di risparmio e propensione all’investimento, maggiore familiarità rispetto alle donne nell’uso delle carte di pagamento. Di contro, le donne mostrano una minore conoscenza della propria situazione economica e degli strumenti a loro disposizione per gestirla: hanno infatti una generale minore abitudine a tenere traccia delle proprie spese attraverso, ad esempio, la costruzione di un budget; dichiarano di decidere le spese legate alla quotidianità più degli uomini ma si occupano meno degli aspetti finanziari generali, pur dimostrandosi più sensibili all’idea di risparmio per fronteggiare imprevisti per un futuro sereno.

Raffaela Valeri – Banca Widiba

Tutto ciò dipende da un retaggio culturale che ha origini antiche, sin dai tempi dei romani. Nell’etimologia del termine infatti si risale a una differenzia sostanziale della gestione. La parola matrimonio deriva dal latino matrimonium, ossia dall’unione di due parole, MATER (madre) e MUNUS (dovere): in pratica, nel diritto romano, indicava, per dirla in parole semplici, il dovere di una madre di avere cura dei figli. Analogamente la parola patrimonio (patrimonium) indicava il “compito del padre” di provvedere al sostentamento della famiglia. Nonostante siano trascorsi migliaia di anni dal tempo dei romani, culturalmente l’Italia soprattutto, rimane radicata in questo sistema “maschiocentrico” dal punto di vista finanziario. All’atto pratico un reset culturale potrebbe essere un buon inizio, ed è quello di cui si è discusso nella al Women & Wealth. Insegnare non solo alle donne, ma proporre l’educazione finanziaria come materia scolastica per eliminare concetti e preconcetti poco consoni ai giorni d’oggi.

Questo però rimane un problema che non tocca solo la Finanza in se ma tutti i mercati. Il divario di genere, lo si evidenzia ancora nella disparità di trattamento salariale tra uomo e donna, pari mansioni, diverso trattamento economico tra i sessi, e ancora sempre l’Italia rimane tra i Paesi meno in linea con il resto del mondo sotto questo aspetto. Eppure è un’equazione molto semplice, ridurre il divario di genere, migliorerebbe le performance economiche e il benessere collettivo, investire sulle donne, sul loro benessere, sui loro salari, sulla loro salute e istruzione, sui servizi alle famiglie, così come sulla loro maggiore partecipazione alla politica e alla direzione di piccole e grandi imprese, ci farebbe tutti più ricchi. Cosa stiamo aspettando?

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