Siamo stati in provincia di Pavia, a Cervesina sul circuito “Tazio Nuvolari”, intitolato all’amatissimo pilota. Una pista lunga 2,8 km che consente di raggiungere una velocità massima di 282 km/h. L’occasione era la presentazione ufficiale delle nuove gomme di casa GoodYear, le Eagle Asymmetric 3. Raccolgono una eredità importante lasciata dal modello precedente e provano dopo 36.000 ore di lavoro, 330.000 km percorsi e 5.000 test, disputati in giro per il mondo, a seguire l’evoluzione del mondo delle auto, che cambia esattamente come cresce il diametro medio del cerchio delle ruote. Tanti i vantaggi dei nuovi pneumatici estivi ad alta performance, proposti dal marchio statunitense, a partire dagli spazi di frenata ridotti, passando per una maggiore aderenza e maneggevolezza e soprattutto un minor consumo. La famiglia Eagle F1 è scelta in primo equipaggiamento dalle principali case automobilistiche ma le nuove Asymmetric 3 fanno già parte dei primi equipaggiamenti di macchine come Jaguar XF, Mercedes Benz E-Class, Chevrolet Camaro e l’ultima gamma Alfa Romeo Giulia. Dopo la teoria su pista è stato il momento di una serie di prove pratiche, divise in tre momenti ben precisi: Drag & Stop, Test in pista e Hot Lap tutti seguiti da vicino da un ospite d’eccezione Ivan Capelli, ex pilota di Formula 1, telecronista Rai e presidente ACI Milano. Si è valutata tenuta e frenata e si è messo in luce l’alto livello di queste gomme che nel nome hanno tutto ciò che occorre sapere. La sigla UHP ne indica appunto la natura: Ultra High Performance. Durante il test su pista spazio anche alle Dunlop Sport Maxx Race. Matteo Castelli, marketing director della business unit consumer di Goodyear Dunlop Tires Italia parla di un battistrada che prende ispirazione dalla natura e di una nuova serie di sensori capaci di regolare la velocità in base al manto stradale. Ci si sente sicuri in pista, a velocità da competizione figuriamoci su strada. E’ stato poi Piero Gennari, Brand Manager Consumer & Motorcycle at Goodyear Dunlop Italia, a spiegare come la nuova versione abbia superato il suo predecessore, in commercio dal 2001, in tutte le caratteristiche: “Parliamo di pneumatici trasversali, che garantiscono un piacere di guida e una sicurezza mai raggiunti”. Poi è la volta di Ivan Capelli a test finiti a concedersi ad una chiacchierata a tutto tondo: “Avete girato su una pista non con curve da pelo, scusate il gergo ma comunque abbastanza tecnica”.
Ci descrive queste nuove gomme con tre aggettivi?
“Sicurezza, quella che le gomme in questione trasmettono in frenata. In tre dei cinque eventi lancio pioveva, questo ci ha un po’ messo in crisi in fase organizzativa, senza renderci conto che alla fine era ciò di cui avevamo realmente bisogno e il risultato su pista è stato perfetto. Omogeneità delle prestazioni. E poi sono accattivanti: ho iniziato da piccolo guidando un go-kart che aveva le gomme goodyear. Con un pennarello riempivo di nero la scritta e mi sentivo in Formula 1”.
Un ex pilota di F1 che guarda in tv una gara, si annoia oggi come la maggior parte degli appassionati?
“Nel mondiale del 1988 si disputarono 16 Gp e le Mc Laren ne vinsero 15 tranne quello in Italia che si aggiudicò Berger. Nonostante tutto non era noioso perché riuscivi a vedere le differenze tra un pilota e l’altro. Oggi la F1 ha perso la sua magia, la fantasia: ai miei tempi ingegneri e piloti inventavano senza lasciar fare tutto alla tecnologia, erano i tempi in cui le prove le facevi sulla tua pelle. Ora tutto è conosciuto. Nel mio cuore ci sarà sempre quella Ferrari F40 tutta manuale”.
Cresce invece esponenzialmente l’attenzione verso la MotoGp.
“Parliamo di un contesto dopo il peso variabile del pilota è altissimo. Sono cambiati i tempi comunque che si parli di due o quattro ruote, anche a livello di sponsor”.
Ci sarà prima o poi spazio per l’Alfa Romeo in F1?
“Nel 1983 vinsi il campionato europeo di Formula 3 guidando una Alfa Romeo. E’ ciò che vorremmo tutti infondo e Marchionne ha lanciato in tal senso una grande sfida. Per ora in pista l’Alfa Romeo c’è come marchio sulla Ferrari”.
C’è qualche giovane pilota italiano in grado di emergere?
“Giovinazzi, classe ’93, Fuoco classe ’96, Ghiotto classe ’95. Negli anni la Ferrari ha fagocitato tutto. Ci sono tanti giovani emergenti ma sono pochi quelli che entreranno nel mondo della F1. Un tempo il paddock parlava italiano: ai miei tempi i piloti italiani di un certo livello erano 13, erano gli inglese a dover imparare l’italiano. Ora parlano tutti tedesco. Hamilton? E’ forte ma Vettel è più completo e sugli stessi livelli troviamo Alonso, Rosberg e Verstappen”.
Capitolo Monza. La soluzione è vicina?
“Sono giorni delicati, sono gli stessi in cui si stanno creando i presupposti per provare a soddisfare tutti e firmare finalmente questo benedetto contratto. La Formula 1 non può fare a meno del Gp di Monza”.
Donne e motori…
“Non c’è più pericolo ve lo garantisco. Imparano più velocemente dell’uomo, in contesti simili mi hanno stupito. Sono reduce da dieci anni di corsi e le donne oggi oltre ad essere molto informate, influenzano anche la scelta della vettura da avere in casa. Ovvio che la donna sia più attenta alla sicurezza e l’uomo maggiormente alle prestazioni ma infondo quella è solo la natura dei due generi”.