Signs of recoverySegnali di ripresa
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| 2013 - Numero 5
| Settembre 2013 | 4185 Visite | con No Comments

Fall has arrived together with the signs of economic recovery that everyone was waiting for. Everybody was expected them: the European Central Bank, the government, the Bank of Italy, the Confindustria Research Centre. Improvement needs to be ruled. And this raises several questions about it.

The first one concerns the Federal Reserve, the Usa central bank. It is now clear that the Federal Reserve has to contain the extraordinary measures undertaken to stimulate the economy – the injection of money into the American economy – but the consequences of this control are not that clear. And there is no agreement on how and when to put it into effect. The second one concerns the European Central Bank. The price of money has been at its lowest for quite some time now (the interest rate in the interbank lending is 0,25%)and we have seen the effects have little impact. The ECB is split on what to do now: on one hand who is asking for a further reduction of the price of money to further encourage the circulation of money. On the other hand who thinks instead that it should be better for the interest rate to go up again because this is how the positive economic cycles are tackled in order to have long-lasting effects.

The third question, which all Europe is following with trepidation, concerns Italy and its shaky government. Many market analysts envisage difficulties for the Italian stock exchange in case the government should not survive, leaving unaccomplished the economic reforms undertaken so far. The open chapters concern millions of families and Italian consumers, which are the Italian economic leading actors. With no assurances on the house tax and on the increase of the Value Added Tax, the consumers will remain super-cautious. Sales will further drop and so will the government tax revenues; the meager financial resources will further shrink. In the upcoming fall the Italian Treasury auction season will resume. These will be the decisive factors to learn what the international investors expect from our country: so far they have always trusted our country – even in our worst days in 2010 and 2011 -, but it is pretty obvious their attitude towards our country will be influenced by the evolution of the political situation.

So, the international situation is extremely fragile, as announced both by the President of the Ecb, Mario Draghi and the Governor of the Bank of Italy, Ignazio Visco. In the past six months also emerging countries have been shown warning signals: because of their products being sold mainly in Europe and United States. If it is clear that the negative economic cycle has been inverted, it is also clear that the measures that will be undertaken in the upcoming weeks will tell us if governments and political institutions will be able to ride the wave of the economic recovery signals in order to transform this positive trend into a more stable and long-lasting one.L’autunno è arrivato e sono arrivati anche i segnali di ripresa dell’economia che tutti aspettavano. Li avevano preannunciati tutti: la Banca centrale europea, il governo, la Banca d’Italia, l’Ufficio studi di Confindustria. Il miglioramento va però governato. E qui nascono i prossimi interrogativi.

Il primo riguarda la Federal Reserve, la banca centrale Usa. E’ ormai chiaro che deve frenare il programma straordinario di stimoli – l’immissione di denaro nel motore dell’economia americana -, ma non è chiaro quali saranno le conseguenze della frenata. E non c’è accordo sui tempi e sui modi. Il secondo riguarda la Banca centrale europea. Da tempo ormai il costo del denaro è ai minimi (il tasso per i prestiti tra le banche è allo 0,25%) e si è visto che gli effetti sono stati molto limitati. Ora la Bce è divisa: da una parte c’è chi chiede un ulteriore riduzione del costo, per incoraggiare ulteriormente la circolazione di denaro. Dall’altra chi invece pensa che a questo punto il tasso dovrebbe salire, perché così si affrontano i cicli positivi dell’economia se si vuole che i loro effetti siano duraturi.

Il terzo interrogativo, cui guarda con apprensione tutta l’Europa, riguarda l’Italia e il suo governo traballante. Molti analisti prevedono difficoltà per Piazza Affari se l’esecutivo dovesse cadere lasciando a metà il lavoro messo in piedi sul fronte dell’economia. Le partite aperte riguardano milioni di famiglie e di consumatori italiani: gli attori principali dell’economia italiana. Senza certezze sull’imposta per la casa e sull’aumento Iva, l’atteggiamento dei consumatori continuerà ad essere super-prudente. Le vendite nei negozi caleranno ulteriormente, di conseguenza scenderanno anche gli introiti fiscali dello Stato e le già risicate risorse a disposizione dello Stato si ridurranno ancora. Con l’autunno ripartirà anche la stagione delle aste del Tesoro italiano. Saranno decisive per capire cosa pensano gli investitori internazionali del nostro paese: fino ad oggi non hanno mai lesinato fiducia – neppure nei momenti peggiori tra 2010 e 2011 -, ma è chiaro che il loro atteggiamento seguirà passo passo l’evolversi della situazione politica.

Lo scenario internazionale, insomma, è estremamente fragile, come avevano preannunciato sia il presidente della Bce Mario Draghi che il governatore di Bankitalia Ignazio Visco. Anche dai paesi emergenti negli ultimi sei mesi sono arrivati segnali di sofferenza: d’altra parte i mercati su cui vendono gran parte dei loro prodotti sono l’Europa e gli Stati Uniti. Così, se è chiaro che il ciclo negativo si è invertito, è altrettanto chiaro che dalle scelte delle prossime settimane si capirà se i governi e le grandi istituzioni finanziarie saranno capaci di cavalcare i segnali di ripresa per trasformare la tendenza positiva in un andamento più solido e duraturo.

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