Perché il look giusto è una questione di rispetto . Per te e per gli altri.
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| 2016 | In evidenza | Investo Style
| Ottobre 2016 | 2844 Visite | con Commenti disabilitati su Perché il look giusto è una questione di rispetto . Per te e per gli altri.

Se c’è una cosa molto irritante nel mio lavoro, è quando ti ritrovi il finto intellettualoide/profondone di turno che dice frasi del tipo: “Io non mi preoccupo del mio aspetto, non sono superficiale, non ho niente da dimostrare”.

Bene, per tutte le volte che non ho risposto e ho lasciato cadere il discorso (con certa gente è inutile discutere, perdi tempo ed energie vitali e ottieni solo di litigare), lo faccio ora. Bravo, in una sola frase sei riuscito a contraddirti ben due volte!! In pratica:

– “Non sei superficiale” ma non ti preoccupi minimamente dell’effetto che la tua trascuratezza può avere sugli altri.

– “Non hai niente da dimostrare” ma ti impunti su una questione di principio, quando un minimo sforzo può far stare meglio te e il tuo interlocutore.

Non prendiamoci in giro, c’è differenza a lavorare con una persona curata, pulita e profumata o con una che sembra appena caduta giù dal letto. E non solo perché in ufficio ci passi 8 ore al giorno se va bene, per cinque giorni a settimana e l’insofferenza è un attimo.

È proprio che non ti senti rispettato. Ti è mai capitato di andare da un medico e trovarlo senza camice e vestito a caso, di comprare in un negozio dove tutti sono “svaccati”, o di uscire a cena con qualcuno che non fa l’idea di aver passato neanche 2 minuti a prepararsi? Ti sei sentito sminuito, non considerato, vero?

Ecco è così per tutti. E allora perché gli altri dovrebbero preoccuparsi di metterti a tuo agio ma tu no? Appunto. 

C’è stato un momento quest’estate che mi è rimasto impresso. Stavo per entrare con amici in un tempio in Indonesia, e la nostra guida ci ha fermati per farci mettere la tunica tradizionale: in realtà si è proprio messo a legarcela lui, e ci ha tenuto tantissimo a fare un fiocco perfetto per chiuderla (in un caso l’ha rifatto due volte perché non era venuto bene) e abbinarla con delle cinture di un colore che ci stesse bene insieme. Solo a quel punto, soddisfattissimo, ci ha portati dentro.

Era necessario? No. Eravamo tutti già coperti (si sa che nei templi non si può entrare con vestiti corti, sbracciati o scollati), non c’era nessuna funzione religiosa in programma, il tempio non è più in uso ma solo un monumento,  era pieno di turisti conciati nei modi più allucinanti… Eppure con quel gesto ha voluto dare valore al momento, aggiungere una cura, un regalo.

Ecco, questo è il modo in cui concepisco il mio lavoro: insegnare a gestire il proprio aspetto, rendere la propria immagine la più efficace possibile è una cura in più, verso di sè e gli altri, per rendere ogni giornata un po’ più piacevole per tutti. E chi non lo fa non si lamenti degli altri, grazie.

Articolo redatto da Claudia Barberis

Consulente d’Immagine | Personal shopper

info@claudiabarberis.com

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