E mentre il mondo torna a vivere, l’Italia torna in zona rossa, l’Europa si appresta a bloccare il vaccino Astrazeneca e si torna a un anno fa. Tutto da rifare.
Concedetemi pensieri sparsi su questa situazione che ha del surreale. Non sono scienziato, non sono medico, non mi interesso di politica per lavoro e anche se ho le mie simpatie e antipatie, c’è da dire che sicuramente in un anno di Covid il Governo precedente Draghi, che più ha gestito la “pandemia” , di cose giuste ne ha fatte ben poche. Forse nessuna. Non si poteva prevedere un disastro di tale entità, direte voi, ma io sono una sognatrice e credo ancora, che se ci si candida, a qualunque livello e a maggior ragione in politica, si dovrebbe essere in grado di pianificare e prevedere anche un possibile attacco alieno. Come nei film americani, anche perché a me, da un anno a questa parte, sembra di vivere in Contagion , proprio un film americano.
Intanto, Israele torna alla normalità, negli Stati Uniti la campagna vaccinale cresce a dismisura e noi il “Bel Paese” saremo ancora una volta il fanalino di coda, gli ultimi della classe. l’Italia il Paese al quale Il Telegraph in un articolo, già nel 2020, quando la “Pandemia” era un problema solo nostro, ha fornito ai suoi lettori, 20 ragioni per tornare a viaggiare in Italia. L’Italia, un Paese, che in ogni regione, da Nord a Sud, custodisce autentici gioielli tutti da scoprire. E quale è stata la parola d’ordine di quest’anno? Chiusura. Lockdown. Dal totale, alla mappa variante Pantone al totale di nuovo. Sono in Svizzera mentre scrivo questo pezzo, e mentre ero in treno già nel versante Elvetico, in uno dei spaventosamente sempre puntuali treni svizzeri, ero immersa in una surreale “quasi normalità”.
La carrozza era piena di gente, rigorosamente tutti seduti, tutti con la loro mascherina, tutti silenziosamente ordinati e rispettosi, ma io, mi sentivo a disagio. Si, il mio stato d’animo era un mix tra angoscia e desiderio di tornare alla vita normale, ma un anno di chiusure e divieti assurdi, cambiano le nostre abitudini. Ad un certo punto, la normalità fa paura. Ecco io viaggiando, non nego che avevo paura di quella “quasi” normalità, e in un treno pieno ma composto, non ho mai abbassato la mia FFP2. Chissà quali altri danni ha creato negli altri questa imposizione di regole. Noi italiani, soprattutto quest’anno, abbiamo manifestato un rispetto delle regole, che quasi per tradizione, non appartiene alla nostra cultura. Siamo consci dei limiti delle nostre infrastrutture, e diciamocelo, abbiamo paura, e questo ci spinge e ci ha spinto a rispettare regole quasi assurde, tipo che due persone, seppur compagni di vita, ma non residenti sotto lo stesso tetto, non potevano pranzare insieme seduti allo stesso tavolo al ristorante. Nei nostri treni, per esempio, dannamente sempre in ritardo, da un anno a questa parte, ho sempre visto italiani rispettare totalmente tutte le regole di distanziamento e igiene dettate dal protocollo Covid, in modo quasi maniacale.
Code, assembramenti, tutto ciò che sicuramente in qualche modo si vede leggendo le altre testate, ma che io ho visto raramente, sono una conseguenza forse, di una costante serie di scelte sbagliate. Divieti, chiusure, orari ridotti non aiutano. Forse al contrario ci vorrebbe un’apertura con prolungamento degli orari. Sempre comunque mantenendo il rispetto delle norme igieniche. Una città come Milano per esempio, ha oltre un milione trecentomila abitanti, se si impone una chiusura dei confini comunali, si ritroverà di conseguenza i cittadini a invadere parchi e centro cittadino, in coda per un gelato o per un caffè anche se da asporto. Non sarebbe ora, di adottare una linea guida diversa, anziché limitare la libertà che è tra i primi diritti umani?
Vaccini? Facciamoli, ma oggi, dopo le scelte dell’AIFA di ritirare improvvisamente ASTRAZENECA, qualche dubbio nei cittadini, anche a livello scientifico può sorgere, specialmente con una totale mala gestione della comunicazione.
Credo nella scienza, ma credo anche che ci siano interessi che spesso non badano al rispetto delle vite umane, perché altrimenti, una Pandemia di qualunque entità, con i mezzi e le conoscenze che abbiamo ora, sarebbe stata bloccata nel giro di qualche mese. E mentre il mondo torna a vivere, l’Italia torna in zona rossa, sperando che alla fine dell’ennesima chiusura, si possa tornare a vivere.