Avete mai pensato di vivere leggeri? Il termine “Leggerezza” , termine il quale ha tre significati, definisce una condizione di peso esiguo, di scioltezza o ancora di superficialità. Come si vive con leggerezza senza essere superficiali? Si potrebbe dire che una persona, vive con leggerezza quando riesce ad affrontare gli ostacoli della vita senza esserne influenzato negativamente, rimanendo stabile e con una buona dose di distacco. Una tale attitudine porta a “planare”, a sorvolare le situazioni difficili senza che queste creino pesi sul cuore. Si potrebbe definire il superficiale come colui che ha il cuore chiuso, indifferente verso gli altri e poco propenso ad assumersi responsabilità in caso di bisogno o difficoltà. C’è l’errata convinzione che non pensare, evitare di affrontare i problemi sia vivere con leggerezza, in realtà si tratta di superficialità (senza offendere nessuno). L’eliminazione dei pensieri non è la strada per poter vivere più serenamente, ammesso che uno ci riesca. Ma è proprio il pensare, sostenuto da comprensione e discernimento che da la possibilità di superare gli ostacoli e vivere con leggerezza. Fondamentalmente, in un momento di grande crisi economica e di valori, la maggior parte di noi trova difficile vivere con leggerezza. C’è una storia che può essere di significativo insegnamento. Un maestro spirituale un giorno invitò i suoi allievi a portare un sacco di patate alla lezione successiva. Durante l’incontro li invitò a scrivere su una patata il nome della persona verso la quale provavano rancore, poi di mettere la patata nel loro zainetto e di procedere così fino a quando i nomi erano finiti. Alcuni avevano zainetti pesanti altri più leggeri. Dovevano portare sempre con sé ovunque andassero gli zainetti avendo cura di non perderli mai di vista. Trascorso un po’ di tempo, oltre al fastidio del peso si aggiunse il cattivo odore delle patate, la perdita di occasioni a causa dell’ingombro e il fare errori per la scarsa concentrazione sulle attività quotidiane. Le patate rappresentano le situazioni inutili, pesanti e infine maleodoranti che ci portiamo nello zainetto della vita. I pensieri negativi sono un peso sul cuore, nella nostra mente e di conseguenza appesantiscono l’atmosfera. Personalmente ho individuato tre situazioni che nella mia esperienza impediscono di vivere le situazioni difficili con distacco. La prima tendenza che abbiamo, soprattutto nella cultura italiana, è quella di ingigantire le situazioni problematiche. Ci capita a volte di vivere un episodio spiacevole, della durata di pochi secondi, per esempio una squalifica, una frase ironica ecc… Ma invece di ridurne il peso, siamo portati a pensarlo, ripensarlo e parlarne con tutti, credendo forse di sentirci meglio, ma il risultato è che se una persona mi ha offeso per due secondi, io lo ripeto e ricordo per ore, a volte per giorni, aumentando il valore dell’offesa invece di eliminarla. Una domanda positiva che potremmo rivolgere a noi stessi quando veniamo squalificati è: “Tra una settimana, un mese, un anno, che importanza avrà nella mia vita questo episodio?” Nella maggior parte dei casi sprechiamo tempo ed energia in situazioni di scarsa importanza che magari, nel giro di poco, sono già chiarite e risolte; per esempio, a me è capitato che più di una persona mi abbia trattato male, per poi chiedermi scusa confessando un grave problema personale nel quale io non c’entravo assolutamente niente. La seconda tendenza è quella di non avere la pratica di osservare periodicamente il proprio stato emotivo. Oggigiorno sembra normale arrabbiarsi, essere gelosi e possessivi, essere tristi e depressi, preoccuparsi, invidiare, avere cattivo umore ecc.., mentre in realtà questo tipo di emozioni avvelenano fortemente la nostra vita e quella di chi ci sta vicino e ci negano la possibilità di vivere con leggerezza. La domanda positiva che possiamo rivolgerci tutte le volte che siamo emotivamente turbati è : “Vivere con questo stato d’animo negativo risolve la difficoltà e mi aiuta a vivere bene?” . La terza tendenza è quella di voler soddisfare sempre le aspettative degli altri e di essere sempre all’altezza della situazione. Sebbene il fatto di assumersi le proprie responsabilità sia ammirabile, a volte per quanto ci sforziamo, è impossibile accontentare tutti. La domanda positiva è: “Ho fatto del mio meglio in questa situazione?” Se la risposta è si, evito di preoccuparmi di non aver fatto l’impossibile e vivo con leggerezza. Per tutti questi motivi, una volta raggiunta la consapevolezza di sé e averla accettata, il secondo passo verso il reale benessere, si sviluppa come una fioritura. Lo stesso è accaduto nel mio percorso di apprendimento personale. Negli anni, molti miei clienti testimoniano di essere andati a lavorare il giorno seguente alla seduta come fossero innamorati o con una prospettiva di cambio completo di vita. Rappresenta l’immediata conseguenza, l’altra faccia dell’accettazione: se accetto, provo sì tutto il dolore che avevo rimosso e la sana tristezza di un adulto costretto a crescere e a salutare le illusioni di una vita, ma si alleggerisce qualcosa nella qualità dei giorni a venire. Si percepisce così, e si tiene ben presente, che l’unica cosa che può realmente fare la differenza è la leggerezza con cui oggi, non domani, io vado incontro alle stesse situazioni in cui provavo proprio ieri un’angoscia profonda. Spesso però, nel fai-da-te delle innumerevoli situazioni in cui ci abbiamo provato da soli, questo sollievo, questa nuova visione della vita, crolla, soccombe, deraglia, di fronte alle atmosfere lavorative e relazionali che ci sentiamo risucchiarci immancabilmente, ricacciarci nell’angolo, abbatterci di nuovo, come sempre. Abbiamo bisogno di uno schema e di un supporto professionale esterno per comprendere come funzioni tutto il giro del nostro disordine emotivo con conseguenza di un corpo bloccato energicamente. All’inizio non si hanno proprio gli strumenti, ma in capo ad un periodo che va da poche settimane ad alcuni mesi, è una rivoluzione quotidiana. Dopo alcune settimane con un percorso bioenergetico la magia ha inizio e si percepisce un corpo più vitale, la mente più leggera. A questo punto basta allenarsi per raggiungere uno spirito leggero per le nostre sfide. L’approccio degli incontri bioenergetici è educativo, sia ben chiaro non si tratta di una terapia, ed è composto da un insieme di tecniche che variano a secondo delle esigenze della singola persona.
Articolo redatto da:
Sabrina Giraudo
Consulente Bioenergetica e Olistica
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sg@sabrinagiraudo.com
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