Inglese Sartoria. La Puglia dei Windsor.
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| 2016 | Investo Style | News
| Gennaio 2016 | 3658 Visite | con Commenti disabilitati su Inglese Sartoria. La Puglia dei Windsor.

Sono le camicie di Checco Zalone indossate durante le riprese del suo ultimo film, campione d’incassi, “Quo Vado?”, sono i cappotti del calciatore Andrea Pirlo, i coprispalle del collega Alessandro Matri, e le cravatte del critico d’arte Vittorio Sgarbi. Sono inglesi ma solo di nome perché arrivano da Ginosa, un paesino di poco più di 20.000 anime nel profondo sud, in provincia di Taranto. Siamo alla terza generazione di una famiglia di sarti che ha trovato in Angelo il suo migliore erede. Parliamo di un artigianato che tutto il mondo ci invidia che nasce nel lontano 1955, laddove Pier Paolo Pasolini ambientò “Il Vangelo secondo Matteo”. Al fianco di Angelo una donna, una di quelle capaci di esaltare l’uomo che hanno vicino, parliamo della moglie Graziana D’Alconzo e della sua passione per le antiche macchine da cucire Singer a pedale. Un’azienda a conduzione familiare quindi, che conta non più di dieci artigiani specializzati, che arriva al Pitti in punta di piedi, niente titoli strillati, non servono, non a loro che hanno ricevuto da Buckingham Palace le misure del rampollo dei Windsor proprio prima delle nozze. E’ Inglese, pardon è italianissima la camicia indossata dal principe William d´Inghilterra in occasione del matrimonio con Kate Middleton. Camicie di seta, tessuti esclusivi, asole ricamate, bottoni in madreperla, cravatte a dieci pieghe e tutto rigorosamente cucito a mano in venticinque passaggi per venticinque ore di lavorazione a pezzo. Roba da applausi in pratica, da standing ovation, da tutti zitti in sala. Roba che ti fa essere fiero di essere italiano come loro. Da poco si sono conclusi i festeggiamenti per i sessant’anni di storia e per l’occasione è stata proposta una collezione di altissima sartoria maschile, Archivio 1955. Camicie realizzate in popeline 300/2, con la canapa, l’ortica, il denim artigianale, la seta e i cotoni naturali. E’ uno stile ricercato, attento, consapevole declinato anche negli abiti, nelle giacche e nei cappotti. E’ una moda che si fa etica, proprio nel momento in cui Angelo decide di recuperare e utilizzare la lana di pecora pugliese. E’ Italia che si fa largo nel mondo, è Puglia che viene fuori dalla cartella colori presentata a Firenze: parliamo del bianco del tufo, dell’azzurro del mare, del verde dell’ulivo, del giallo del grano e del sole. C’è un retrogusto retrò sullo sfondo, nei bottoni in legno d’ulivo applicati alle giacche in “mappina”, icona di un brand che ha saputo stregare negli anni uno dei maestri del cinema internazionale che risponde al nome di Francis Ford Coppola. Chapeau

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