Oggi a Torino in Piazza Palazzo di Città, gli Agricoltori del Piemonte, hanno spiegato durante un incontro con i giornalisti, istituzioni e consumatori, le difficoltà che attualmente stanno affrontando. Molte aziende agricole stanno rischiando la chiusura “a causa dell’insostenibile aumento del costo dell’energia e delle materie prime per l’alimentazione degli animali”.
Ma cosa sta succedendo nello specifico? I costi per la produzione di un litro di latte di qualità che un’azienda agricola sostiene, sono suddivisi in:
- 45% per la razione alimentare degli allevamenti, foraggi, mangimi acquistati sul mercato internazionale
- 22% costi di coltivazione , le lavorazioni dei campi per integrare i foraggi
- 33% per altri costi come manodopera, costi energetici, affitti, benessere animale, manutenzione delle strutture stesse.
Per effetto delle importazioni da Paesi terzi e per la situazione bellica in Ucraina, gli agricoltori hanno così registrato un rincaro del +248% delle fonti energetiche, +77% del gasolio, +129% dei fertilizzanti e un +26% della razione alimentare. Partendo dal presupposto che il primo passo d’intervento dovrebbe essere dello Stato, valutando una valida soluzione per calmierare i costi che si ripercuotono sui consumatori, i consumatori stessi, in qualche modo, potrebbero nel loro piccolo essere parte integrante del cambiamento, supportando l’ecosistema agricolo locale, cambiando abitudini, o meglio, prediligendo prodotti ortofrutticoli di stagione.
Infatti, molti prodotti ortofrutticoli che arrivano sulle nostre tavole fuori stagione, sono coltivati in serre riscaldate da fonti energetiche, e se si pensa, che il gasolio agricolo è passato da 0,70€ del 2021 a 1,25€ di oggi, forse il sapore della spesa, lascia un certo amaro in bocca. Scegliere prodotti di stagione, si tramuta anche in una scelta Green, riducendo così emissione di CO2.
L’allarmante quadro della Cia evidenzia molte aziende in sofferrenza “In questa situazione – ha osservato il presidente di Cia Agricoltori delle Alpi, Stefano Rossotto -, i prodotti alimentari sicuri, gli animali e la forza lavoro rischiano di sparire. Non vogliamo un’agricoltura fantasma, oppure ridotta ai minimi termini. Difendiamo il lavoro e la qualità del cibo sulle nostre tavole, informando il consumatore su quanto sta accadendo all’agricoltura e al mercato alimentare”.
Oltre l’intervento primario e imprescindibile del Governo dunque, potrebbe essere rilevante anche il contributo dei singoli cittadini. Educare al consumo dei prodotti locali, può veramente cambiare la vita di tutti. Il nostro Paese vanta controlli rigidi sulla filiera a favore del nostro benessere, scegliere stagionale e italiano può aiutare la nostra salute e soprattutto la salute delle aziende agricole italiane. E come cita un volantino CIA ” L’agricoltura ci nutre. Sosteniamola.”