Giorgio Risi inizia la sua formazione frequentando il corso di laurea in architettura al Politecnico di Torino, città in cui è cresciuto; successivamente la sua passione per l’arte e le materie umanistiche lo spingono a intraprendere studi classici che integra con un attento e professionale percorso musicale. Dopo una la decennale esperienza in Armando Testa, fonda nel 1996 la Giorgio Risi Srl.
Dalla facoltà in architettura all’Armando Testa, cosa l’ha spinto a catapultarsi totalmente nel mondo pubblicitario?
Nasce tutto da Torino , una città che ho sempre amato, nonostante le sue contraddizioni e il suo noto provincialismo. Una città nella quale nobile eleganza e tute metalmeccaniche, hanno sempre convissuto con grande disinvoltura e dalla quale sono sempre rimasto affascinato. Due dimensioni di questa città, che hanno spesso e volentieri stimolato la mia creatività, propedeutica alla mia professione che ho iniziato a mettere in pratica proprio nello studio Armando Testa, la più importante eccellenza del settore pubblicitario, che è stata fondamentale per la mia formazione professionale dove proprio nell’audio visivo, per oltre dieci anni, ho trovato tutto quello che potessi desiderare. La mia comfort zone, per fare pratica sperimentando.
Nel 1996 decide di costituire la sua società , ad oggi presente da quasi 30 anni in questo mercato. Anni di grande sfida per molte aziende, quale è stato per lei il motore trainante che l’ha aiutata a superare le diverse crisi economiche inclusa una pandemia, che portano inevitabilmente le aziende di tutti i mercati a ridurre sugli investimenti nella comunicazione.?
Non vorrei fare della retorica, ma come sempre le crisi sono delle opportunità. Pensando agli ultimi tre anni, sicuramente Il Covid è stato inaspettato, e ha creato degli squilibri importanti in ogni settore, e mentre tante aziende vedevano la loro fine, hanno aiutato quelle che fino a qualche tempo prima erano più defilate a creare una nuova identità avendo l’acutezza di trovare il modo di risorgere. La comunicazione come sempre, paga le spese più care, ma quando si ha passione per quello che si fa, non si percepisce il vero senso della difficoltà e si riesce a trovare in qualche modo la forza per spingere sull’acceleratore e superare le crisi. Sicuramente la passione può essere considerata l’ingrediente principale per la sopravvivenza in qualunque momento, a questo non bisogna mai dimenticare di aggiungere capacità di condivisione delle idee, capacità di reinventarsi a prescindere dalle dinamiche del mercato, pensiero, azione e valorizzazione soprattutto del Team. Molti imprenditori fanno l’errore di mettere in secondo piano il rapporto umano, dimenticando spesso che proprio il Team è parte integrante del proprio sogno imprenditoriale, e io del mio gruppo sono molto orgoglioso. Amo definire i miei ragazzi il “Green Team”, un gruppo di persone ( ndr.: del quale fa parte anche il figlio) composto da membri che condividono una responsabilità congiunta e collaborano per la risoluzione dei problemi, dove si ha veramente la percezione di stare bene e respirare aria sana.
Negli ultimi vent’anni c’è stato un cambiamento radicale nella produzione video, da pellicola a digitale, secondo lei questo ha semplificato o reso più difficile lavorare in questo settore?
Indubbiamente la tecnologia ha aiutato tutti ad accorciare la filiera produttiva in termini temporali, è vero che questo upgrade è stato una grande opportunità, d’altro canto però c’è anche da dire che in qualche caso non ha permesso la storacizzazione, ovvero l’apprendimento di un mestiere che passa soprattutto dall’esperienza. Professionisti si diventa praticando la professione, e tempo ed esperienza sono necessari per definirsi professionisti. L’esperienza lavorativa è importante perché ci sono conoscenze e competenze che non si acquisiscono nel mondo accademico, ma si apprendono proprio nell’esercizio della professione. Le nuove tecnologie le uso quotidianamente e le considero fondamentale per lo sviluppo di una società, ma sono anche convinto che a poco servono se non si ha l’esperienza necessaria per valorizzare un progetto professionale.
Recentemente ha prodotto il video di “Facile Ristrutturare”, come è stato lavorare con Roberto Mancini e Paola Marella?
Nel corso della mia storia professionale, abbiamo parlato prima di Armando Testa, ho avuto l’opportunità di lavorare con grandi personaggi dello spettacolo, e raramente sono stato deluso …in quest’ultimo lavoro , ho avuto l’opportunità di incontrare altri due testimonial professionisti molto seri e per quanto arrivino da due settori diametralmente opposti, hanno dimostrato sul campo una grande professionalità, e quando lavori con grandi professionisti non puoi rimanere deluso, ma apprendere ulteriormente.
Ha due sedi, una a Torino e una a Milano… quali sono le differenze sostanziali tra le due città a livello di business, se può dircelo…quale tra le due città le da più soddisfazione .
Non esito a rispondere Torino, senza alcun ombra di dubbio. Benché Milano sia una città più Business Oriented , Torino ha la capacità di indossare abiti veramente di ogni tipo, e questo vero e proprio Melting pot mi ha dato modo di lavorare con grandi soddisfazioni, con delle eccellenze di tutto rispetto imprenditoriale. La città che viene considerata “Bogianen”, non ha nulla da invidiare a Milano. Spesso si presenta come una vetrina spenta, ma in realtà in quella sordina, Torino medita e ragiona, per poi esplodere nella sua totale bellezza culturale e professionale. Sicuramente inizialmente non è stata molto inclusiva, ma nel corso degli anni ha saputo integrare non solo razze e culture, ma anche business di carattere internazionale… Ha avuto la capacità di fare una grande Metamorfosi , e benché non sarà mai una città leader, soprattutto per la sua posizione geografica, riesce a tenere il passo a città come Milano, facendosi notare proprio con questa sua capacità di restare umilmente elegante.
Rimanendo sul territorio piemontese , crede che Torino può sognare un nuovo futuro come leader nel campo pubblicitario come ai tempi di Armando Testa da cui lei proviene?
La Armando Testa a livello professionale è stata l’azienda N.1 che ha saputo dare a Torino, una collocazione diversa dal solo abito da metalmeccanico per la quale era conosciuta. Con la globalizzazione potrebbe risultare difficile tornare a quei tempi, ma come dicevo prima è stata una città capace di portare più volte la corona, anche e soprattutto nell’ambito pubblicitario. Se non come Leader, sicuramente tornerà a crescere molto e in modo sano.
Un sogno che vorrebbe realizzare…?
Ve lo racconterò quando lo avrò realizzato.