Footgolf: football in the holeFootgolf
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| 2013 - Numero 5
| Settembre 2013 | 4422 Visite | con No Comments

A new life for golf. Or better to say, a parallel life. A new life to kick, to develop just out of curiosity, or just as an alternative along with the traditional activities carried out on the green among holes and clubs. This is called Footgolf. Grown out of passion for football, it mixes with a sport different in nature and origins. Fairly new, created only in 2009, it is becoming a widespread phenomenon all other the world, especially outside our own country where it is still in its infancy. It is very simple: five-a-side football shoes instead of the traditional golf shoes, socks, knee-pants and the ball used by the player is the same with the official football of size 5. No use for clubs and golf balls this time. The caddy also can take the day off. Everything else stays the same, as we are playing at the old good golf: a series of holes (a little bit wider compared to the normal size, otherwise it will be difficult) using the fewest number of strokes to complete the course scoring points. Insane? No, quite the contrary. And it does not come from the overwhelming italic passion for football, either played or watched. This is proven by the fact that it was invented by the Dutch and precisely Northern Europe was the cradle of this discipline. But it did not take long to become known in our country: a league was created and few months ago the first edition of the Italian Open was held in the frame of the golf club I Girasoli, in Carmagnola, a few kilometers away from Turin. Most of the credit goes to the president of the Footgolf Italian Association, the Tuscan Leonardo Decaria who has a “bad” passion for soccer, and to all his staff. “88 people enrolled in the competition, among them 30 were foreigners, representing six nations. By now the international federation has members from four continents: from Australia to Argentina, from Panama to Canada, from many European countries and, recently, even from South Africa. Officially, the nations involved are nearly 18”.

But the true challenge it is rather to find already existing facilities and spaces suitable for this sport that, initially, could give the impression to be something similar to vandals passing through a china shop. Nothing could be further from the true. As an old ad used to say: try to believe. “The hardest thing – says Decaria – is to try to convince the golf club owners to host us. Once stereotypes are overcome, it turns out that footgolf does not damage any facilities because it is not played on the green but on the fairway, where the level of the grass is higher and where new sods are placed more frequently; because the holes on the course, once used, can be re-covered with some soil without leaving any traces. The length of a round of footgolf is at least half the length of a round of golf. It is not possible to cover a similar distance kicking a ball”. In Carmagnola they wanted give it a try: I Girasoli have now a new small course with dedicated holes just for footgolf, ready to coexist with the lovers of tradition. And another one maybe opened soon, always in Piedmont , in the Pinerolo area. Right now these are the only two facilities in Italy that have been infected so far, trusting to see the movement growing over time.

It is fun, there is no doubt about it. But it has all it takes to turn into a business for those who run golf clubs. First of all because the catchment area could be unlimited, involving those who do not even think of playing golf but love to kick soccer balls. As one thing leads to another, being a regular visitor of the golf club the new member could develop an interest for the traditional discipline, finding out that it is not just a sport for rich and snob. There are few stereotypes to overcome, from both sides. Let’s keep in mind that many famous soccer players have been playing golf in their free time for quite a long time. A bond just waiting to be strengthened once and for all. Outside the Italian borders, many have already sniffed out the bargain: in recent months the Netherlands have hosted a very important high attended tournament, supported by outstanding sponsors as Rolex, Maserati or Blackberry. In Italy the guys from Aifg (www.footgolf.it) are planning a couple of tournament-shows for the fall. In 2014 a real tour will start off to let all the country know about footgolf, to find new facilities to play in and to develop an unlimited potential.Una nuova vita per il golf. O meglio, una vita parallela. Da prendere a calci, da sviluppare come curiosità, ma anche come alternativa concreta da affiancare all’attività che tradizionalmente si svolge tra buche, green e mazze assortite. Tutto questo è il Footgolf, ibrido stimolato dalla passione per il calcio, ma che si mescola a uno sport di ben altra natura e origine. Un gioco molto giovane, nato solo nel 2009, ma che si sta già espandendo a macchia d’olio, trasformandosi in una vera e propria mania in tutto il mondo, soprattutto fuori dal nostro Paese, che su questo fronte è ancora un po’ agli albori. Il meccanismo è semplicissimo: scarpe da calcetto invece delle calzature tradizionali, calzettoni, pantaloni al ginocchio e un pallone da calcetto di dimensioni regolamentari. Mazze e palline, per questa volta, non servono. E anche il caddie può prendersi un giorno di libertà. Tutto il resto rimane uguale, come se si giocasse al buon vecchio golf: un percorso di buche (quelle sì, allargate un po’ rispetto a quelle normali, altrimenti sai che faticaccia), un numero di tiri entro il quale completarle e il punteggio che, di conseguenza, si va ad accumulare fino alla fine del circuito. Una follia? No, anzi. E non si tratta nemmeno di una deriva figlia dell’italica bulimia da pallone, visto o giocato. Lo dimostra il fatto che gli inventori sono olandesi e proprio il Nord Europa è stata la culla di questa disciplina. Che però non ha tardato a farsi conoscere anche nel nostro Paese, dove è nata una federazione e pochi mesi fa si è anche tenuta la prima edizione degli Open d’Italia. La cornice è stato il circolo di golf de I Girasoli, a Carmagnola, una manciata di chilometri da Torino. Ma il merito va in buona parte attribuito al presidente dell’Associazione italiana footgolf, Leonardo Decaria, toscano e con una passionaccia per il gioco del calcio e allo staff che collabora con lui. “Gli iscritti sono stati 88, di cui 30 provenienti dall’estero, in rappresentanza di 6 nazioni. La federazione internazionale, ormai, può contare su membri di quattro continenti, visto che si va dall’Australia all’Argentina, da Panama al Canada, molti Paesi europei e, di recente, addirittura il Sudafrica. In totale, le nazioni coinvolte ufficialmente sono già 18”.

Ma la vera sfida, piuttosto, è trovare strutture adeguate, che prestino i loro spazi a questa pratica che, a primo impatto, rischia di sembrare qualcosa di simile a un passaggio dei vandali all’interno di un negozio di cristalleria. Niente di più falso. Come diceva una vecchia pubblicità: provare per credere. “La cosa più difficile – ammette Decaria – è convincere i titolari dei golf club a ospitarci. Una volta superati gli sterotipi, si scopre che in realtà il footgolf non fa alcun danno alle strutture. Innanzitutto perché si gioca non sui green, ma sulle zone di “fairaway”, dove l’erba è più alta e dove la rizollatura avviene molto di frequente. E poi perché le buche, una volta utilizzate, possono essere nuovamente ricoperte con la terra, senza lasciare traccia. Infine, le dimensioni di un percorso di buca di footgolf sono almeno la metà di una da golf normale. Non è possibile percorrere una distanza simile spostando un pallone a calci”. E a Carmagnola hanno voluto provare: adesso I Girasoli hanno un percorso, anche se ridotto, con buche dedicate unicamente al footgolf, pronto a convivere con gli amanti della tradizione. E presto potrebbe sorgerne un altro, sempre in Piemonte, nella zona di Pinerolo. Al momento sono le uniche due strutture in Italia ad aver subìto il contagio. Ma la speranza è che il movimento cresca col passare del tempo.

Perché è un divertimento, questo è fuori di dubbio. Ma ha tutte le carte in regola per diventare anche un business per chi gestisce i circoli da golf. Innanzitutto perché il bacino d’utenza potrebbe essere sconfinato, arrivando a coinvolgere chi al golf non ci pensa neppure, ma ama dare due calci a una palla. E visto che da cosa nasce cosa, frequentando un circolo del golf, il neo iscritto potrebbe anche appassionarsi alla disciplina tradizionale. Scoprendo così che non si tratta solo di uno sport per ricchi e da snob. Insomma, ci sono un po’ di stereotipi da superare, da ambo le parti. Senza considerare, poi, che tanti calciatori famosi già da tempo si dedicano al golf come attività nel tempo libero. Un legame che non aspetta altro per essere saldato definitivamente. E ad annusare l’affare, fuori dai confini italiani, sono già in tanti: nei mesi scorsi l’Olanda ha ospitato un torneo molto importante, che all’ampia partecipazione ha abbinato sponsor di tutto rilievo come Rolex, Maserati o Blackberry. Per l’Italia, i ragazzi dell’Aifg (www.footgolf.it) hanno in programma un paio di tornei-esibizione proprio in questi mesi autunnali. E nel 2014 partirà un vero e proprio tour, per far conoscere il footgolf in tutto il Paese, trovare nuovi spazi in cui giocare e sviluppare un potenziale davvero sconfinato.

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