Foodora pedala verso il successo.
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| 2017 | News
| Aprile 2017 | 2648 Visite | con Commenti disabilitati su Foodora pedala verso il successo.

Foodora , la società specializzata nel delivery food nata in Germania e con sede a Berlino, ha preso piede , anzi ruota, è il caso di dirlo, anche in Italia. Presente su Milano Torino e da qualche mese anche a Roma e Firenze, continua la sua corsa verso la crescita. Nello scorso autunno, nel momento in cui Foodora, ha inserito un nuovo “contratto di lavoro” , non sono mancate le polemiche. E proprio a Torino dove la polemica ha avuto inizio, abbiamo incontrato Gianluca Cocco CO-MD di Foodora Italia che ci ha spiegato meglio quanto successo .

“ Per quanto concerne la polemica ci assumiamo la responsabilità di non aver comunicato internamente come conviene , o meglio, l’aver comunicato prima ancora di farne una dovuta e specifica spiegazione internamente ai diretti interessati, quelli che sarebbero state le possibili nuove condizioni che avrebbero accolto i nuovi collaboratori, mentre chi già era in flotta Foodora, aveva la possibilità di scegliere. Insoddisfatti per la trasformazione della retribuzione da base oraria in retribuzione legata al numero di consegne, alcuni di loro non hanno avuto modo di comprenderne la tutela a loro favore.” La retribuzione attuale è di 3,60 euro netti  (più contributi pensionistici, l’assicurazione Inail e una integrativa) per consegna, con una media di 2,2 consegne all’ora per un servizio che è in pratica concentrato in un arco di poche ore, tra le 13 e le 14 e tra le 19 e le 21,30. La maggior parte delle consegne si concentra ovviamente nei periodi autunnali ed invernali favoriti dal maltempo che sicuramente non invita ad uscire di casa, mentre d’estate con un orario più ampio arrivano ordini per dolci e gelati anche in tarda serata o nel pomeriggio.

“Sicuramente il lavoro proposto da Foodora” afferma Cocco “è soprattutto rivolto a giovani studenti o a chi ha altre occupazioni in orari normali e vuole arrotondare con le consegne. D’altronde il maggior numero dei collaboratori ha tra i 22 ed i 28 anni, ma non mancano alcuni ciclisti più “anziani” tagliati fuori dal mercato del lavoro. Impossibile, pensare ai classici contratti a tempo indeterminato.” Effettivamente la società corre un rischio ben notevole, quello di dover risarcire il ristorante o di dover offrire un bonus al cliente anche per il ritardo nella consegna, considerando che  riders possono rifiutare le consegne e non presentarsi anche dopo aver dato la disponibilità. Polemiche e incomprensioni  a parte, il servizio dimostra notevole validità ed è in forte sviluppo e presto vedrà la realizzazione di altre flotte in nuove città.

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