Uno dei suoi capi è in copertina al disco del vincitore dell’ultima edizione di X Factor, Giosada. Le sue giacche le troviamo addosso ai Negramaro, a Luca Tommasini, ai ragazzi de Il Volo, ultimi vincitori del Festival di Sanremo, a Luca Carboni, sul palco al fianco di Lorenzo Jovanotti in alcune tappe dell’ultimo tour. Di solito, in questi giorni lo si trovava a Milano, in occasione del White, la vetrina internazionale della moda contemporary, ma quest’anno un cambio, una sterzata era auspicabile in vista di una rivoluzione che ha portato il brand umbro ad imporsi in modo decisivo, negli ultimi mesi, sul mercato, non solo nazionale. Per trovarlo occorre così spostarsi a Firenze, all’interno di Fortezza da Basso, in occasione di Pitti Uomo 89, nella divisione Make, la stessa che racchiude e racconta la frontiera più avanzata dell’artigianato: una storia lunga 43 brand, frutto di uno scouting accuratissimo. La rincora al successo, ormai lampante, di Filippo Fanini era iniziata già lo scorso settembre, quando era stato selezionato all’interno del Mipel, la storica manifestazione internazionale del settore pelletteria, in occasione dell’edizione numero 108, all’interno di un progetto, The Glamourous, realizzato grazie al supporto del Ministero per lo Sviluppo Economico e di ICE – Italian Trade Agency. Un progetto ad hoc dedicato ai designer emergenti di talento che ha così trovato uno dei suoi migliori rappresentanti proprio in Filippo Fanini.
Parliamo di una estetica contemporanea, di un design che è pura avanguardia, di quel fine artigianato made in Italy che tutto il mondo ci invida, di una consapevolezza ambientale che si fa valore aggiunto e di un ragazzo classe ’81, Filippo (Fanini, ndr) capace di far rivivere capi in pelle di pregio, lui figlio d’arte che muove i primi passi nel mondo della moda all’interno di “Gled”, l’azienda di famiglia. Un predestinato in pratica, uno che non si accontenta e che prima di lanciare sul mercato il suo brand porta a casa una laurea in fashion design all’Istituto Polimoda di Firenze, una cattedra nella stessa scuola e un incarico di prestigio che formerà il genio che oggi Filippo è diventato: la linea uomo di Salvatore Ferragamo. Il colpo di genio però deve ancora materializzarsi e per venir fuori occorre aspettare ancora. La sua prima alba poco più di un anno fa, si chiama “Edmos”, ed è una declinazione del suo marchio, che parte da un’idea ben precisa di riciclo e assembla, dopo averli recuperati, centinaia di pezzi di pelle scartati dai processi tradizionali. Il risultato? Innovativi e leggeri vestiti eco-friendly capaci di regalare uno stile audace, atipico, ed unico. Il resto? Una magnifica favola a lieto fine.