“Barolo dimostra che si possono comunicare con chiaviinnovative i punti di forza dell’Italia: i nostri territori, la cultura, il turismo e il patrimonio agroalimentare”: con queste parole il Ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali, Maurizio Martina ha benedetto, per la prima volta sul palco di Collisioni, l’ottava edizione del festival agrirock langarolo e il progetto Vino, giunto alla sua quarta edizione.
E’ appena calato il sipario ma è già tempo di bilanci e di programmi per la prossima edizione. Tanta musica, letteratura, quindi, cultura del cibo ma anche e soprattutto tanto vino, proprio in una terra come quella del Barolo che tutto il mondo ci invidia e che non a caso dal 2014 l’Unesco ne ha riconosciuto l’inestimabile valore, inserendola nel Patrimonio Mondiale.
Il Progetto Vino, quest’anno ha toccato numeri e record che solo quattro anni fa erano inimmaginabili: ha coinvolto oltre 140 aziende, 6 istituzioni regionali e 16 grandi consorzi ed associazioni (Consorzio del Franciacorta, l’Enoteca Regionale dell’Emilia Romagna, il Consorzio del Prosecco, il Consorzio di Tutela del Primitivo di Manduria, le cantine dei produttori di Brunello e Chianti, il Consorzio di Tutela del Barolo Barbaresco, Alba, Langhe e Dogliani, il Consorzio di tutela del Roero, l’Associazione Io Grignolino, il Consorzio dell’Alta Langa , il Consorzio Barbera d’Asti e vini del Monferrato, quello a Tutela dei Nebbioli Alto Piemonte, l’associazione di produttori di Ruché, il Langhe Nascetta…), tutti provenienti da 14 diverse Regioni italiane.
Come si è riusciti a fare tutto questo? Semplice: si è deciso di investire sulle eccellenze gastronomiche e soprattutto vinicole,partendo dalla consapevolezza che sono proprio loro a rendere l’Italia un brand di qualità, universalmente riconosciuto.
Oltre 70 sono stati gli esperti provenienti da 10 paesi del mondo, chiamati ad intervenire nei 50 appuntamenti che hanno animato la collina di Barolo, sotto la sapiente direzione del direttore creativo, Ian D’Agata, già Direttore Scientifico di Vinitaly Academy.
Un deciso passo in avanti rispetto agli inizi, dove dietro il progetto legato al vino si contavano tre persone e due degustazioni,soprattutto se a parlare sono i numeri: sono state aperte dai sommelier circa 2.000 bottiglie, per un totale di 300 diverse etichette, tutto questo all’alba del Castello di Barolo, sede manco a dirlo di WIMU, il più innovativo museo del vino presente in Italia e tra i più importanti al mondo aperto dal settembre 2010 e frutto dell’estro di François Confino.
A lasciare il segno la presenza dell’influente critico americano Antonio Galloni, i vini delle Marche, con l’Istituto Marchigiano di Tutela Vini, i grandi bianchi del Friuli, grazie alla collaborazione con la Regione e con ERSA, l’Agenzia Regionale per lo Sviluppo Rurale, le eccellenze della Basilicata con l’Enoteca Regionale Lucana, la Liguria, la Regione Abruzzo, la Regione Sicilia e l’elenco potrebbe continuare a lungo ma i riflettori si sonodefinitivamente spenti.
Resta però ancora lo spazio per ricordare il tema di questa edizione, resta nella testa e negli occhi, è il tema dello straniero: Strangers. Un omaggio a David Bowie e a uno dei suoi capolavori, Strangers when we meet e proprio con un tributo al duca bianco, i Negramaro hanno chiuso il loro concerto a Barolo e l’ottava edizione di Collisioni. Cheers!
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