Centro Duchessa, Parola d’ordine: Prevenzione
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| Marzo 2020 | 1767 Views | with Commenti disabilitati su Centro Duchessa, Parola d’ordine: Prevenzione

Abbiamo intervistato il dr. Francesco Leva , direttore sanitario del Poliambulatorio torinese Centro Duchessa , nel quale preventivamente ha applicato tutte le predisposizioni oggi consigliate dal ministero della Salute.

Prima di ogni decreto ministeriale la sua lungimiranza l’ha portata, in qualità di Direttore Sanitario, a predisporre  nel poliambulatorio Centro Duchessa tutte le precauzioni necessarie per la sicurezza dei medici e dei pazienti, quando ha capito che questo virus in realtà era un mistero da tenere a bada ?

Come si dice “del senno di poi le fosse son piene” in realtà ciò che sta accadendo oggi  credo che  nessuno di noi lo avrebbe mai lontanamente immaginato , però ho intuito dalle notizie che circolavano che sarebbe stato fondamentale ridurre la possibilità di rapporti interpersonali ecco perché ho anticipato i tempi in qualità di direttore sanitario ho disposto una limitazione agli accessi in studio da parte dei pazienti  solo se strettamente necessaria già a partire dalle ultime settimane di febbraio.

dr. Francesco Leva, Direttore Sanitario Centro Duchessa

In questo momento sicuramente molti pazienti, amici e parenti la chiameranno per chiederle consigli su questa emergenza, cosa possiamo fare noi tutti  per ridurre al massimo il rischio contagio?

Come per ogni malattia soprattutto per quelle a carattere infettivo è importante la prevenzione e oggi unico modo per limitare e accorciare i tempi di questo triste e buio periodo è attenersi scrupolosamente a tutte le regole che costantemente i media ci ricordano e che si traducono in stare a casa tenendo fuori la porta il virus.

Considerato che molti potrebbero essere gli asintomatici condivide il pensiero del Presidente del  Veneto che richiede tamponi su tutta la popolazione per comprendere quanti e chi sono i positivi asintomatici?

 I tamponi potrebbero dare anche falsi positivi e i tempi di attesa nelle risposte potrebbero dilatarsi. A mio avviso è più saggio limitare solo ai casi sospetti o a coloro che effettivamente dovrebbero essere tenuti isolati ma che continuano inconsapevolmente a svolgere mansioni lavorative mi riferisco a coloro che lavorano nella produzione e distribuzione.

Pensa che avremo da cambiare per sempre le nostre abitudini italiche relative alla nostra vita sociale o potremo tornare alla nostra normalità?

 Il mio pensiero e la mia speranza è che tutto ciò possa essere , come d’altronde ogni cattiva esperienza di insegnamento politico sociale e comportamentale nel senso che ciò che rende forte e sicura una società è la sicurezza sanitaria quindi bisogna investire sulla sanità così come sulla istruzione.

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