Per la prima volta nella storia la Federal Reserve – la Banca Centrale USA – sarà presieduta da una donna, Janet Yellen che ne è l’attuale Vice-Presidente, a conferma di un ulteriore passo in avanti compiuto dalle donne nell’affermazione della loro professionalità. Yellen è un’ottima economista e ha un curriculum accademico (Yale) e professionale davvero invidiabile. Dal punto di vista della visione economica Yellen è considerata una delle più limpide “Colombe”, termine con cui vengono classificati i membri della FED in base al loro credo economico quando è improntato ad un forte interventismo monetario in favore della crescita economica e della lotta alla disoccupazione. Le Colombe si contrappongono ai cosiddetti “Falchi” che sono invece più attenti alla salvaguardia della stabilità monetaria e alla stabilità delle aspettative d’inflazione. Per gli investitori capire se e in che modo il cambio al vertice della FED implichi anche un cambio nella Politica Monetaria è di fondamentale importanza, soprattutto nell’attuale congiuntura economica mondiale. Ebbene il credo economico-politico di Yellen sembra essere ampiamente allineato a quello del Presidente uscente Bernanke, confermando una linea di continuità. La candidatura di Yellen, è stata così presentata come la scelta ideale nella continuità di Bernanke con un “plus” addizionale utile ad attenuare i suddetti timori. Questo “plus” sarebbe la capacità, mostrata dalla Yellen nel recente passato, nell’avvertire l’arrivo della bolla immobiliare. Questa capacità intuitiva della futura Presidente è stata evidenziata con un notevole rilievo dalla stampa e sottolineata anche dallo stesso Presidente Obama nel discorso di presentazione. Per quanto le convinzioni accademiche attribuibili alla nuova Presidente possano portare a ritenere che l’attuale Politica Monetaria rimarrà ancora super espansiva fino a che la disoccupazione non sarà riportata ai livelli pre crisi e l’inflazione non avrà rialzato la testa, pensiamo che dalle esperienze tutti traggano delle lezioni. Oggi, sono sempre più numerosi gli studi accademici che dimostrano come l’attuale livello di espansione monetaria sia, al margine, sterile se non dannoso per l’economia reale e utile solo alla formazione di eccessi speculativi e di errate allocazioni di risorse. Lo stesso Board della FED sembra aver mostrato di essere sempre più sensibile a queste argomentazioni. Una progressiva riduzione dell’espansione monetaria USA dovrebbe essere questione di pochi mesi, proprio per ridurre il rischio di alimentare pericolosi eccessi speculativi e per iniziare un percorso di rientro che sarà comunque difficile e provocherà molta volatilità sui mercati, come i mesi estivi ci hanno confermato. Il rientro potrebbe essere dolce e perfino indipendente dall’andamento dei dati economici, almeno fintantoché questi non punteranno decisamente al peggio. Sebbene il recente scontro sui temi fiscali tra Obama e i Repubblicani abbia probabilmente ridotto un poco il ritmo di crescita del PIL USA e dato che vi sono i presupposti perché un nuovo scontro possa riproporsi ad inizio 2014 contribuendo a mantenere contenuta la crescita economica, pensiamo che – forte degli errori di valutazione del passato – la “predittiva Yellen” potrebbe ascoltare le voci di cautela già presenti nel Board e magari fare un annuncio di inizio della riduzione nell’espansione di bilancio (QE Tapering) già a Dicembre. Così facendo potrebbe togliere al Congresso l’alibi di avere un costante supporto monetario, costringendolo verso una soluzione più duratura sulla politica fiscale. Questo non vorrà dire che il rialzo dei tassi sarà imminente ma certamente avrà impatti sui mercati. Le obbligazioni a lunga scadenza delle curve governative e del credito potrebbero soffrire e potremo assistere ad un ritorno di volatilità sui mercati emergenti con un Dollaro in recupero. L’azionario dei Paesi sviluppati – che in generale ha livelli di valutazione sulle medie storiche – potrebbe subire qualche battuta d’arresto, soprattutto se nei prossimi mesi sarà mancata la ripresa economica in Europa e negli USA. Tuttavia l’inversione della Politica Monetaria USA segnerà un ulteriore contributo al processo di rotazione della liquidità dai mercati obbligazionari a quelli azionari.For the first time in the history of the Federal Reserve – the United States Central Bank –a woman, Janet Yellen, will lead the central bank after serving as vice-chair in the same institution; this is a further step forward for women in the workplace. Yellen is an excellent economist and she as an academic (Yale) and professional enviable background. As far as her economic vision, Yellen is to be considered one of the most transparent “Doves”, words used to describe the FED members according to their economic beliefs based on monetary intervention to encourage economical growth and fight against unemployment. Doves are opposed to “Hawks”, who are more concerned about monetary and inflation stability. For investors it is fundamental to understand if this new appointment will influence the Monetary Policy, especially in the current global economic situation. Well, Yellen’s economic beliefs look like to be the same as the outgoing Bernanke, confirming policies continuity. Yellen’s nomination has been considered as the right choice to guarantee Bernanke’s policy continuity, but with an additional “plus” that could be result very useful in the current market situation. This “plus” consists in the ability, showed by Yellen in the past, to detect the arrival of the real estate bubble. This intuitive ability of the future President was significantly highlighted by the press and it was also underlined by the President Obama in the nomination speech. The fact is that there is no evidence to support Yellen correct prediction of the arrival of the crisis and, in fact, she back then believed in the United States economic ability to hold out to the fall of prices in real estate and she also believed in the Monetary Police to easily help the economic recovery . Nowadays we believe in everybody drawing lessons from experience, even though the new President assumed academic beliefs make us think that the current Monetary Policy will remain expansionary until unemployment will not be restored to pre-crisis levels and inflation will be restored. The increasing number of academic studies show that the current monetary expansion is, on margin, fruitless if not bad for the real economy but useful for speculative excesses and misallocations of resources. The Board of the Federal Reserve itself seems to have shown to be more sensitive to these issues. A progressive reduction of the United States monetary expansion should be implemented in the next few months, in order to reduce the risk of dangerous speculative excesses and to start a difficult recovery that will cause volatility in the markets, as it happened during the past summer months. The recovery could be gradual and gentle and it may also disregard the economic data, as long as they will not start to worsen. Although the recent confrontation on fiscal issues between Obama and the Republicans have probably reduced a little the pace of growth of U.S. GDP and as the same confrontation could be re-open in early 2014 restraining economic growth, we think that – being aware of the past mistakes – the “predictive Yellen” could pay attention to the cautious advices coming from the Board and maybe she could announce the reduction of fiscal expansion (QE Tapering) as early as December. I doing that, the Congress will not have the excuse for a continuous monetary support and it will be force to find a more lasting solution in fiscal policy. This does not mean that the rates will immediate increase but it will definitively have an impact on the markets. The long-term bonds of government curve and credit could suffer as well as the return of volatility in emerging markets with a dollar in recovery. The share of developed countries – which in general rates on historical averages – may suffer some setbacks, especially if in the coming months we will not see the economic recovery in Europe and in the United States. However, the United States Monetary Policy turn will mark a further contribution to cash circulation from bond to stock markets.
» 2013 - Numero 6 » Janet YellenJanet Yellen