Vygor Opera d’arte su quattro ruote.
di

| , ,
| In evidenza
| Dicembre 2014 | 3936 Visite | con Commenti disabilitati su Vygor Opera d’arte su quattro ruote.

In un  momento così negativo per il mercato Italia, risulta difficile che possa esistere qualcuno che abbia ancora l’idea di dare vita ad un nuovo brand e lanciarsi nel vero senso della parola ‘in quinta’ e creare magari un nuovo modello automobilistico.

Nel nostro paese la tendenza attuale è ormai quella di spostare le produzioni Industriali sempre più a est del globo e le sedi legali societarie in quei paesi emancipati dove la tassazione totale non supera il 30% .

Ma in Italia, nel paese delle contraddizioni esistono ancora e per nostra fortuna i sognatori, quelli alla Marconi, alla Colombo o per dirla in termini di paragoni dei giorni nostri “alla Jobs”.

l nuovi Marconi , o meglio Colombo delle quattro ruote  in questo caso sono Luca di Guglielmo e Fabio del Punta , creatori e fondatori di un nuovo modello di brand automobilistico: Vygor.

Che cos’è Vygor e come nasce:

Vygor nasce da un concetto: creare un’auto  senza troppa elettronica, che risvegli il vero piacere di guida, che abbia la godibilità di una super car ma che si possa usare su tutti i terreni. Concepita da sognatori e appassionati per coloro  che  credono che ogni viaggio possa diventare emozionante se sulla giusta auto. Cominciammo a disegnare il frontale su una tovaglietta del ristorante , che ancora conserviamo e ne venne fuori una sorta di SUV. Un SUV era la via giusta e quella  dove il mercato stava sempre più andando, ma con le caratteristiche di un vero coupè,  tre volumi e due porte con linea spiovente e bauliera separata. Il frontale era grintoso come la più sportiva delle auto e già dall’inizio capimmo che stava nascendo qualcosa di inedito nel già vasto panorama automobilístico …  un nuovo concetto di auto: il RUV.

A differenza del SUV (Sport Utility Vehicle), il nostro RUV (Racing Utility Vehicle) fondeva il piacere della guida di una supercar alla possibilità di andare ovunque: dalla pista, alla città come dalla neve al deserto.

Qual è stata la parte più difficile delle diverse fasi di produzione.

Beh, nel progetto di parti “facili” non ce ne sono state ma sicuramente la partenza è stata particolarmente difficile visto che dietro di noi non ci sono milionari o banche che sovvenzionano ma solo un team di appassionati e di aziende che credono che con impegno e dedizione si possono raggiungere tutti i traguardi.

Immaginati la scena dei nostri colloqui iniziali con potenziali partner o investitori in cui avevamo praticamente solo un bel disegno fatto a mano su un foglio di carta e chiedevamo di credere nel nostro sogno!

A quel tempo pensare alla fine del progetto, a salire in auto e accenderla sembrava davvero una follia per la maggior parte delle persone che ci incontravano.

Ogni volta che ci dicevano che era impossibile in realtà, ci caricavamo , perché sapevamo di star compiendo un qualcosa di totalmente fuori dall’ordinario ed è questo quello che può portare al successo!

Considerando che il risultato Vygor è la somma di notti insonni più tempo libero dedicato esclusivamente alla sua realizzazione oltre che ovviamente al denaro  quanta è la soddisfazione del risultato finale? Rispecchia quello che vi aspettavate?

Ora che abbiamo presentato il nostro lavoro al Motor show di Bologna dove andavamo da piccoli a sognare di poter “fare un giro” sulle super car e abbiamo avuto una marea di commenti positivi ti posso dire che ogni problema e ogni stop che abbiamo avuto ha preparato la grandissima soddisfazione che ci siamo presi dal momento in cui abbiamo tolto il telo dalla nostra creatura! Adesso parte una nuova era, quella di rendere questo stesso sogno, quello di poter avere un’auto come la si è sempre sognata, di partecipare alla progettazione di ciò che poi guideremo ogni giorno anche per tutti i clienti che vorranno possedere una Opera.Ogni cliente, infatti, potrà ripercorrere le fasi di produzione come parte integrante perché creeremo ogni esemplare solo sulle specifiche che ci chiederà. Lo porteremo con noi nel viaggio che serve per creare un’auto dalla carta.

Quando ci parlate di RUV intendete proporre un auto sul mercato che possa essere di nicchia. Pensate che possa anche essere possibile risultare competitivi con unauto come VYGOR ?

Essere nel mercato delle auto totalmente artigianali vuol dire essere già in un nicchia molto poco popolata ma farlo inaugurando una nuova categoria di auto ci porta ancora più fuori dalla concorrenza dei grandi marchi. Posso affermare che facciamo completamente un “lavoro” differente perché i criteri di scelta dell’acquirente sono praticamente opposti come pure le metodologie di produzione.

Ti do solo un dato per farti capire: per produrre una Opera sono necessarie più di 2200 ore di lavoro artigianale, questo è un dato impensabile per qualsiasi costruttore industriale, anche i più prestigiosi, in cui il lavoro manuale ha qualche zero in meno!

Il motor show è uno tra gli eventi più importanti legato al mondo dei motori , avete previsioni sui risultati che potrebbe portarvi questo evento?

La nostra presenza alla manifestazione bolognese è legata anche e sopratutto all’amore per l’Italia. Non volevamo presentare la nostra auto made in Italia (volutamente non made in Italy) in un salone estero, e siamo qui per poter creare la base di fan e persone che ci apprezzano per portare il progetto fuori dall’invisibilità e stringere le prima alleanze commerciali.

Ti posso dire che i primi feedback sono strabilianti, il nostro stand è stato letteralmente preso d’assalto.

Un giro di prova? Però guido io. Ti fidi?

Sono molto geloso del nostro esemplare numero 0 perché è quello su cui abbiamo speso tante ore e fatica ma potrei fare un’eccezione alla regola…al massimo ti tolgo qualche cavallo prima di partire!!!

Condividere questo articolo:

Commenti chiusi