ALPE ADRIA TRAIL. Un viaggio nella terra di confine
di

| , ,
| News
| Settembre 2018 | 1953 Visite | con Commenti disabilitati su ALPE ADRIA TRAIL. Un viaggio nella terra di confine

L’Alpe Adria Trail è un percorso di 750 km suddiviso in 43 tappe che interessa il Friuli-Venezia Giulia, la Slovenia e l’Austria, dalle falde del Großglockner fino a Muggia sul Mar Adriatico. Camminare qui è un po’ attraversare la storia del nostro paese perché, come tutte le terre di confine, gli eventi in queste valli e su questi colli hanno avuto un peso particolare che ha condizionato tutto il paese, tanto che queste zone sono note per essere “il cuscinetto dell’est” per quanto riguarda le invasioni.

L’architettura dei paesi e dei borghi, quando sopravvive alle incursioni, è rivelatrice dei tempi, dei popoli, delle usanze e degli accadimenti storici che l’hanno attraversata. E qui questi segni sono davvero ben visibili.

L’Alpe Adria Trail è un tracciato semplice nelle pendenze, adatto a tutti, sportivi o meno e l’itinerario può essere seguito in entrambi i sensi. Potrete scegliere quale tratto percorrere in base a quanti giorni avete a disposizione, al livello di difficoltà, al vostro allenamento, al paesaggio che si predilige e ai borghi, senza necessariamente doverlo affrontare per intero.

I colori di queste zone sono quelli dei boschi, delle acacie, dei carpini, castagni, tigli, delle pietre calcaree della Piasentina (con cui è costrutito il Duomo di Cividale), grigia con venature bianche ed accenti bruni, e della pietra di Flysch, che nasce gialla/marrone e diventa grigiastra con il tempo, con cui è eretto Castelmonte ed il suo Santuario, da sempre l’avamposto di Cividale, risalente almeno a 1500 anni fa. Qui sono ben visibili le finestrelle di avvistamento create durante le invasioni dei Turchi, ricavate nelle mura.

Cividale del Friuli è un ottimo punto di partenza e una tappa obbligata di grande fascino. Storicamente è sempre stata la città mercato della zona, ospita ben 29 chiese ed è strategicamente posizionata rispetto al percorso dell’Alpe Adria. Fondata da Giulio Cesare con il nome di Forum Iulii (da cui viene il nome Friuli), nel 568 d.C. fu sede del primo ducato longobardo in Italia, di cui si trovano ancora importanti testimonianze. Prima tra tutte il tempietto, attualmente in fase di restauro presso il complesso monastico di Santa Maria in Valle, che è stato dichiarato dall’UNESCO patrimonio dell’umanità. Il tempietto è un esempio raro in architettura in cui è possibile osservare la stratigrafia dei vari stili e delle dominazioni. All’interno dell’adiacente Chiesa di San Giovanni, sempre nel complesso, è possibile osservare gli artigiani al lavoro mentre recuperano le parti lignee della struttura. All’uscita il complesso regala una vista davvero suggestiva sul fiume Natisone, su cui si affaccia a picco.

Alpe Adria Trail© Ph F. Gallina

Passeggiando per il paese ci si accorge dei segni del tempo lasciati sugli edifici. Molti presentano i classici rinforzi strutturali a chiave e catena a seguito del devastante terremoto del 1976, che mise in luce, come nel caso di Palazzo Levrini, gli affreschi nascosti da intonacature successive. Ancora presenti ed in ottimo stato di conservazione, alcune abitazioni medievali, tutt’ora in uso.

Un bell’itinerario da seguire, parte da Piazza Paolo Diacono, passando per Via Mazzini, dove alcuni esercizi commerciali hanno ancora il sapore e gli odori della “vecchia bottega”, fino ad arrivare a Piazza del Duomo, con l’edificio comunale risalente al 1300. Da lì a pochi passi, il Ponte del Diavolo, le cui prime pietre furono posate nel 1400 e che fu abbattuto dall’esercito italiano durante la ritirata di Caporetto nel 1917. Tra le suggestive interpretazioni del nome del ponte, pare che gli abitanti avessero chiesto aiuto al Diavolo per la sua costruzione e questi in cambio avesse posizionato il grande masso in mezzo al fiume Natisone, che fa da base al pilone centrale.

Proseguendo sul versante sloveno dell’Alpe Adria Trail, una tappa obbligata è sicuramente Šmartno (San Martino), al centro del Còllio. Si tratta di un borgo medievale recuperato con fondi europei, da cui si gode di una vista incantevole sulle vallate che lo circondano. Il paese, ancora cinto dalle mura, si sviluppa in maniera concentrica intorno alla chiesa. Passeggiare in questo borgo è come tuffarsi nelle atmosfere di un tempo lontano.

Alpe Adria Trail© Ph F. Gallina

Da qui si raggiunge facilmente la cantina sociale di Klet a Brda, che riunisce sotto un unico ente 400 produttori, per un totale di 1000 ettari di vigneti. È possibile visitare un piccolo museo che raccoglie i reperti delle attività di un tempo legate alla vite, per poi passare al cuore della cantina, tra stanze enormi piene di botti barrique, di rovere di Slavonia e d’acciaio. Sono 3 i piani dove riposano ogni anno dai 6 agli 8 milioni di litri di vino. La stanza più evocativa è sicuramente “l’archivio”, con più di 100.000 bottiglie, la più vecchia della quali è una Ribolla Gialla del 1957.

La degustazione si svolge in una grande sala con soffitto in legno travi a vista, a picco sulle vallate di Brda. Molti i vini premiati, da cui la Ribolla Gialla Quercus e la Bagueri, riconoscibile anche dalla inconfondibile forma (registrata) della bottiglia.

Lasciando la Slovenia, puntando verso l’Adriatico, prima di raggiungere Muggia (ultima tappa dell’Alpe Adria Trail), si arriva a Duino, che con il suo castello domina questo spicchio di mare tra Monfalcone e Trieste. L’impianto del borgo si compone, oltre che delle nuove sale, del parco, da cui si gode di una vista imperdibile, organizzato su vari livelli e di un bunker/museo risalente alla seconda guerra mondiale. L’atmosfera che si respira è quella di una nobiltà ormai lontana e di cui rimangono poche testimonianze, tra cui la scala elicoidale del Palladio. L’Alpe Adria Trail prosegue sul sentiero del Rilke (circa 2 km) dove la falesia si getta a picco nel mare. Il paesaggio qui è unico non solo per il panorama, ma anche per i ritrovamenti fossili e per la struttura carsica delle rocce, che permette di osservare la stratificazione delle varie ere geologiche, oltre che i punti di avvistamento risalenti alla seconda guerra mondiale ancora visitabili.

L’itinerario termina a Muggia, dove la costa sembra richiudersi su se stessa, a delimitare idealmente il golfo di Trieste. Passeggiando nella darsena (detta mandracchio, ossia recinto organizzato per ottimizzare lo spazio) o nelle calli interne ci si accorge di come l’architettura e la configurazione urbanistica rimandino alle atmosfere veneziane. Il Duomo di origine romanica ha una facciata in stile gotico. Il rivestimento in lastre di pietra bianca risale al XV secolo. Ancora visibile la parte di Muggia vecchia rinascimentale ed il castello trecentesco, che sovrasta la città, oggetto di recente recupero, dopo che, nei secoli scorsi, gli abitanti utilizzarono i blocchi di pietra arenaria per costruire le loro abitazioni.

L’alpe Adria Trail vi darà la consapevolezza di quanto questa terra di confine sia realmente “il cuscinetto dell’est” delle invasioni e di come ogni dominazione abbia lasciato i segni del suo passaggio sulle architetture, sui borghi e sulle città.

Corno di Rosazzo © Ph L. Vitale

Condividere questo articolo:

Commenti chiusi